Pierantonio Tanzola                                       

                                                                 

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ELABORAZIONI IN CORSO

Due racconti fotografie per focalizzare il lutto

 

"Il ventisettesimo anno" uno dei due racconti per sopravvivere, è stato scritto a cavallo tra il 2000 e il 2001, quindi pubblicato su ‘Nuovi Argomenti’ nel 2004. "Dov’è finita la realtà" invece è apparso nello stesso anno in un catalogo d’arte. Questo però non deve far pensare che abbiamo tra le mani qualcosa di posticcio: e non solo perché i due testi sono stati rivisti all’uopo della nuova edizione. Piuttosto per il fatto che vi si aggiungono le suggestive fotografie di Pierantonio Tanzola, che risospingono i due racconti, pure già molto omogenei, entro una sintassi ulteriore. Mi spiego meglio: se dovessi indicare un solo perno su cui far ruotare i soli due racconti, non avrei dubbi quanto alla citazione da cui partire. Che sarebbe questa:”Tutta la vita si sente parlare del lutto, è quando lo si incontra è difficile capire come sia uscito dai discorsi, per diventare un fatto”.

Epperò le fotografie di Tanzola inducono a non fermarci alla constatazione che questo sia soltanto – quale pure è – un libro sulla morte e l’elaborazione del lutto, o sui modi attraverso cui quell’elaborazione va a determinare, soprattutto nel primo dei due testi, un vero e proprio racconto di formazione. Come accade già con la prima foto, ad apertura di volume: dove, nel buio amniotico, tre nascituri (o più probabilmente, la fantasmagorica triplicazione della stessa creatura in posizione fetale) s’affacciano sulla scena prenatale, a insinuare un forte sospetto d’irrealtà.

Ecco qual è il punto: se di racconti sulle conseguenze della morte ( e della scomparsa di qualcuno dalla nostra vita) qui si tratta, essi però mettono in giuoco, e sin da subito, una riflessione sulla consistenza della realtà, sulla sua attendibiltà.

 

Massimo Onofri

(da "Diario - n°3\4", gennaio 2006)

 

 

 

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