Pierantonio Tanzola                                       

                                                                 

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STEFANO ANNIBALETTO

Gli artisti complessi mettono in difficoltà. Si cerca di comprenderli fermandoli in una spiegazione che serve solo a chi scrive. Queste immagini, ad esempio: sono l'incursione di un pittore nella fotografia? La manifestazione spesso insistita del linguaggio (la sfocatura, la grana, i contrasti, i graffi, i viraggi) farebbe pensare ad un'estetica spigolosa e potente. E' davvero tutto qui. Ho visto Tanzola al lavoro. Il nervosismo con cui mette in scena i suoi soggetti, la precisione con cui prevede l'urto tra il primo piano e lo sfondo, seguendo il punto esatto in cui la luce cade, usandola per far avanzare i volti. Il gusto per la natura come set, che cozza in modo così straniante con il suo antinaturalismo. E conosco le sue ricerche metodiche e serie sulla percezione, sul linguaggio, sul farsi da sé della rappresentazione, alla ricerca del punto esatto in cui l'artista mette qualcosa di sé, del suo sguardo, della sua voce, nel discorso delle cose, facendolo diventare arte.

C'è un motivo per cui i soggetti dei ritratti di Tanzola sono scrittori e artisti: tutte queste immagini sono state il pretesto per un incontro, e ne sono pure la testimonianza e il ricordo. In queste immagini silenziose ci sono in realtà anche la sua presenza, le sue parole, le sue idee, la sua conversazione colta e attenta. Perciò io credo che i ritratti di Tanzola siano questo: un tentativo di sconfiggere la solitudine. Lo sforzo di capire chi siamo noi, chi sono gli altri, se c'è davvero una possibilità di incontrarci in un punto qualsiasi, nel buio o nella luce, dentro o fuori dai margini di una messinscena. E l'interrogarsi dubitante sulla propria identità di artista, sulla forza del proprio talento, quella domanda a cui ogni artista ininterrottamente ritorna, senza avere speranza di trovare risposta.

 

Stefano Annibaletto, 2016                               

(dal catalogo "Visi d'arte",

Palazzo della Ragione, Padova 2016)

 

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